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Tratto da ecoblog:

I couchsurfer sono persone di tutto il mondo che viaggiano facendosi ospitare gratuitamente a casa di altre persone. Gli ospiti (ospitante e ospitato) si possono conoscere prima della visita grazie ad un sito in cui ognuno e’ schedato, in questo modo si possono controllare le referenze e far combaciare gli interessi.

Il couchsurfing e’ un turismo sostenibile perché non richiede la costruzione di nuove strutture, limitandosi a sfruttare meglio quelle esistenti. Oltre a non concorrere alla cementificazione, questo modo di viaggiare limita gli sprechi, per fare un esempio banale riduce gli avanzi di cibo, che il ristorante di un albergo getterebbe via e che l’ospitante può consumare (legalmente!) il giorno dopo.

E’ un turismo che per sua stessa natura mette in stretto contatto le persone con gli “indigeni” e che, essendo gratuito e basandosi sul piacere della socialità, permette di incontrare delle persone fuori dalla logica “sorridi, che il cliente ha sempre ragione” tipica di un rapporto commerciale. Ospitare gente in casa propria gratuitamente e’ una cosa un po’ decrescente che non fa salire il PIL.

In Europa e’ molto diffusa la rete del couchsurfing, in America quella di Hospitality club, la più antica rete di ospitalità e’ quella ispirata al pacifismo di Gandhi, da costruire attraverso la conoscenza reciproca: Servas.


 

No agli invii senza indirizzo

Posted In: , . By Sanzo Ghenzo

Ecco un'interessante iniziativa, se siete stufi di ricevere posta indesiderata, quella delle invadenti pubblicità dei supermercati e affini, che intasano la buca delle lettere e soprattutto sono tra i maggiori imputati dell'abuso di carta, e quindi risorse naturali.

Dal sito http://noinviisenzaindirizzo.homelinux.net :

E' possibile che nell'era della comunicazione digitale, si continui ad insistere con la pubblicità cartacea? Possibile che alcune aziende e negozi non trovino altro mezzo per far conoscere i propri prodotti? Il mio paese è sommerso da questa pubblicità, spesso fatta da grandi magazzini che non son nemmeno in paese. Posso dire con certezza, avendo fatto nella primavera del 2006 il postino, che la maggior parte dei cittadini questa pubblicità non la desidera. Ricordo un episodio in cui consegnai uno dei pieghevoli in questione ad un signore anziano che stava sotto casa. Non feci in tempo a riprendere il mio percorso, che il pieghevole era finito nel cassonetto dei rifuiti, senza nemmeno essere stato aperto. La frase più comune che sentivo quando dovevo consegnare la pubbicità era: amò de sta roba?! Che tradotto significa: ancora con queste cose. Oltre a svalutare quello che è stato il mio lavoro di postino, visto che la la gente a cui consegnavo questa pubblicità non la gradiva, questa pratica è soprattutto dannosa per l'ambiente.

Quanti quintali di carta vengono utilizzati in questo modo? Il vantaggio è per molti, o solo per pochi? Qualcuno potrebbe affermare che questo è il sistema, che così si fa girare l'economia. Sbagliato. Per esempio di quanto si potrebbe ridurre la tariffa sui rifiuti se questi pieghevoli non esistessero? Il risparmio sulla tariffa magari mi consentirebbe di acquistare proprio quel prodotto che il pieghevole pubblicizza. Si tratta solo di spostare la propria spesa da uno spreco (rifiuto) per il quale sono costretto a pagare una tassa di smaltimento, alla possibilità di scegliere un prodotto o un servizio attraverso il risparmio ottenuto.

Concludendo, voglio dire che esiste la possibilità di rifiutare gli annunci pubblicitari recapitati a casa propria. Come? Semplicemente applicando sulla cassetta delle lettere l'etichetta gialla, riconosciuta anche da Poste Italiane, su cui è scritto: "Non imbucare invii senza indirizzo". Ci sono realtà di cittadini, come Cortili di Pace di Pergine e Pangea Rete InFormAzione di Cles (Paesi della provincia di Trento, NdR), che si sono attivate già negli anni scorsi con azioni concrete, mettendo a disposizione uno strumento semplice e adatto all'azione del singolo cittadino. In questa pagina puoi scaricare gratutitamente l'etichetta.
E la politica cosa potrebbe fare? Forse potrebbe far pagare a monte, cioè a chi emette questo tipo di pubblicità, una tariffa per lo smaltimento di questi rifiuti, oppure arrivare ad un accordo con i grandi distributori di porre un limite a questa situazione.

Michele


Ed ecco l'etichetta da stampare:

 

Leggo solo ora che Google Transit è sbarcato in Italia e in altre città europee.
Per chi non lo conoscesse, Google Transit è un servizio che si affianca all'ormai famoso Google Maps, che permette di calcolare percorsi, orari e tariffe dei vostri itinerari utilizzando esclusivamente i trasporti pubblici.
Al momento le città coperte dal servizio sono solo Firenze e Torino, ma sfogliando nella guida del sito ho trovato questo:

Transit Include Me

Se lavori in un ufficio pubblico che supervisiona il trasporto pubblico nella tua città e vuoi che i tuoi dati vengano inclusi, contattaci.

e inoltre:
Why isn't my city included?

Because transit schedules involve a great deal of information that changes every few months, Google works directly with transit agencies to ensure that it has accurate and timely information. However, not every transit agency has chosen to make their transit schedules available to Google Maps and Google Transit users. If transit information for your area isn't yet available on Google Maps, please contact your local transit agency and ask them to participate. For more information about how to add agency data, please see the Google Transit Feed Specification.

Che tradotto singnifica: se non ci sono ancora informazioni riguardo la tua città, contatta la tua società di trasporti e chiedigli di partecipare.

Trovo che questo sistema possa essere un ottimo strumento a supporto della mobilità sostenibile. Credo che uno dei maggiori ostacoli che ci (e mi) rende schiavi dell'auto è la scomodità di incrociare percorsi e orari delle varie linee del trasporto pubblico. Grazie a Google Transit si potrà programmare un intero viaggio con pochi click, e se si possiede uno smartphone sarà come avere un libretto degli orari sempre in tasca, ovunque si vada!

Cosa aspettate? contattate la società di trasporti della vostra citta!

 

Tratto dal forum di hwupgrade

Guida dell'utente Dani1, che ringrazio di avermi permesso di pubblicarla.


Visto che in precedenza diverse persone del forum di hardware upgrade mi hanno chiesto come ricaricare le cartucce, ho deciso ora di rendere disponibile una copia per tutti.

Non mi assumo comunque la responsabilità di qualsiasi danno causato alle vostre apparecchiature.

Come si suol dire, sono solo indicazioni ed ciascuno è libero di farne ciò che meglio crede, anche di gettarle nella spazzatura o usarle come spunto di barzellette!!

Premetto che sono state testate con cartucce bci-6...



Prima di tutto trovati un piano di lavoro ben illuminato pulito e copri con giornali la superficie.

Su questo piano disponi tutto l'occorrente:



  1. 1 bacinella in plastica a bordi bassi (ottima sarebbe a fondo regolare)

  2. grani M4 della lunghezza di 10-15 mm.

  3. un cacciavite o chiave a brugola per chiudere i grani

  4. un po' di scotch

  5. un cutter

  6. il flacone di inchiostro

  7. la siringa per la ricarica

  8. Indossa i guanti

  9. 1 trapano

  10. Una Vite a testa esagonale M4 della lunghezza di almeno 4 o 5 cm.

  11. Una vite mordente piccolina

  12. 1 accendino

  13. un fermacarte allungato


(alcune voci non sono indispensabili, ma leggi il resto delle istruzioni per capire se ti possono servire)

Bene, ora sei pronto per il rito della ricarica:


1. Poni i tappi di chiusura delle cartucce sulla cartuccia vuota e passaci un giro di scotch per serrarli bene.

Se hai gettato i tappi passa un paio di giri di scotch ben stretti sul foro di erogazione


2. Osserva la parte superiore della cartuccia: sul dorso di essa, a circa 1/3 del serbatoio ( la parte senza spugna) è situata la pallina di chiusura. ( suppongo che in fabbrica le cartucce vengano caricate da questo punto).

Il tuo scopo è rimuovere questo tappo e ti suggerisco questa via: col cutter rimuovi l’etichetta superiore nella zona della pallina; arroventa con l’accendino il fermacarte e fondi la pallina.

Capita spesso che non si riesca ancora a rimuoverla, quindi inserisci la vite mordente fino a che anche la pallina ruota con essa e tira verso di te.

OK! Hai stappato la cartuccia.


Ora viene il bello!!


3. Il tuo scopo è predisporre la cartuccia per tutte le successive ricariche: La mia soluzione consiste nel filettare la sede della pallina.

Passa la vite lunga cercando di avvitarla. Non forzare eccessivamente altrimenti rompi la plastica. Per agevolare l’operazione io ho usato un avvitatore inserendo la testa della vite nel mandrino quindi con un po’ di delicatezza l’ho inserita.

Si può anche evitare di filettare, ti basta inserire subito il grano con la sua brugola, realizzando così la sede.

Svita la vite o il grano per procedere con le operazioni successive.

OK sei pronto per la mitica operazione di ricarica!!!fino ad ora hai fatto delle operazioni che non ripeterai più in futuro, servono solamente per preparare la cartuccia alle numerose ricariche.


4. Carica una siringa con l’inchiostro (meglio se su questa inserisci l’ago) quindi versa il contenuto nella cartuccia.

Non avere troppa fretta, meno bolle e schiuma crei meglio è! Al più attendi qualche secondo e riprendi la carica fino ad avere completato il riempimento.

5. Avvita il grano e...


6. Pulisci tutto, piano di lavoro, siringa, bacinella e guanti.


Quando hai esaurito gli inchiostri compatibili hai la certezza di quello che hai speso. Toglimi questa soddisfazione: Ipotizza di aver acquistato solo cartucce originali per un quantitativo pari a quello degli inchiostri compatibili. Quanti soldi hai risparmiato? Credici, non hai fatto male i conti: sono solo addizioni, sottrazioni, divisioni e moltiplicazioni.


Le istruzioni sembrano difficili ma, credimi, quando le metti in pratica sono più semplici e naturali da farsi che non a descriverle.


Ti voglio dare solo dei consigli nati da miei esperimenti ( dopo 200 ricariche mi sono ingegnato e ho fatto tesoro dei miei errori)


Se troverai nelle indicazioni dei produttori un invito a forare la cartuccia con il fermacarte e tappare il foro con lo scotch, cancellale. Ho sperimentato questa soluzione con tutti i tipi di nastro e non c’è garanzia di tenuta come con la vite, il risultato è una frammistione dei colori.

Oltre al set di cartucce in dotazione alla stampante, acquistane uno identico originale o compatibile (io ho optato per quest’ultima soluzione): ti servirà perché nel momento della ricarica puoi proseguire le stampe; così facendo userai le cartucce a rotazione senza trovarti mai nelle condizioni di sospendere il lavoro perché non hai il materiale.

Se devi acquistare le viti non elemosinare sulla qualità: usa viti in INOX e richiedi delle guarnizioni in gomma. Il tutto è reperibile in qualsiasi ferramenta alla impressionante cifra di pochi centesimi, se spendi 1€ ti stanno vendendo le viti di una Ferrari da formula 1.

Ricarica la cartuccia appena si esaurisce. Se la prima ricarica durerà 20 o 30 minuti le successive necessiteranno di non più di 3 minuti.

Spesso i produttori affermano di poter ricaricare queste cartucce una decina di volte poi si consuma eccessivamente la spugna, io sono arrivato a 20 e ti garantisco che non ho ancora intenzione di sostituirle, comunque è un limite da tenere presente.

Se per disgrazia sporchi gli abiti ( Non lavorare in smoking) lava subito la zona della macchia con acqua e sapone per bucato, poi tutto in lavatrice.


Consiglio di restimaxgraf:

Si consiglia di pulire priliminarmente con alcool le viti nuove per asportare residui oleosi dal supporto che potrebbero contaminare l'inchiostro. Lui ha usato pennellino con alcool, ma credo che anche un po' di scottex o panno con alcool possano sortire lo stesso effetto.