Cosa son disposto a perdere?
Questa camera vuota riempie la mia mente
la libertà mi tiene imprigionato
ogni singolo osso è stato spezzato
ma in questa vita non puoi tornare indietro
Non voglio vivere
non voglio vivere da solo
solo
solo
solo
Quando queste parole si fermano sulla mia lingua
mi domando perchè le abbia persino cantate
prometto, ma dico una bugia
non conosco nemmeno me stesso dentro
Non voglio stare
non voglio stare qui da solo
solo
solo
solo
Oggi e domani sono diventati una cosa sola
ogni singola cosa è stata lasciata incompiuta
la natura umana è bestiale
quanto più ho fatto tanto meno ho avuto
Per favore non lasciarmi qui
per favore non lasciarmi qui
non mi lascerai qui da solo
solo
solo
solo
Ciao Drago!
Mi piace ricordarti così, da casinaro che eri, gogliardico, innamorato della musica e della vita.
Ci hai lasciati di sasso, senza neppure salutare, mentre noi ignari di tutto ce la spassavamo.
Forse non siamo riusciti a sentire quello che avevi da dirci, non abbiamo colto quello che la tua chitarra diceva per te.
Ma sarai nei nostri cuori, ci basterà una sola parola per ricordarti:
Che rabbia...
Non bastano le provette di quarto di corso e gli accertamenti orali di metà corso/fine modulo, o gli esami propedeutici per la quale dovrei aver studiato qualche tempo fa... Ci si mettono pure i computer. Quelli degli amici e dei parenti, che figurarsi se riescono a funzionare più di due settimane senza che succeda qualcosa.
E quando cominciano a bruciarsi schede video davanti ai tuoi occhi, dopo una mezzora che "tanto ci metto dieci minuti", capisco una cosa: io odio l'elettronica e l'elettronica odia me.
Allora basta, risolvo questo ultimo casino e poi chiudo la baracca!!!
Sotto la pioggia
Che bello è camminare sotto la pioggia, non lo facevo da una vita.
L'acqua che ti bagna le scarpe e i pantaloni, ma soprattutto ti rinfresca la faccia, ti fa sentire ancora vivo.
Lo sfondo è quello usuale, sempre più grigio inghiottito com'é dal cemento. Ma è buio, e l'unica cosa illuminata dai lampioni sono le gocce che inesorabilmente abbracciano l'asfalto e i miei capelli, e mi fanno venire voglia di cantare all'una di notte.
E camminare lentamente, per godersi questo attimo, mi rilassa, mi apre la mente: ora vedo più chiara la mia vita, capisco che strada ho preso, capisco gli errori fatti fino a pochi minuti prima, e mi riempio di propositi che grazie a te, pioggia, non cadranno nel dimenticatoio.
A meno che il domani non si porti via tutta la poesia, la magia della semplicità di una pioggia notturna, e restino solo delle fastidiose pozzanghere che non permettono di alzare lo sguardo al cielo mentre si cerca di evitarle...
Un'idea per questa estate, vacanza alternativa
Tratto da ecoblog:
I couchsurfer sono persone di tutto il mondo che viaggiano facendosi ospitare gratuitamente a casa di altre persone. Gli ospiti (ospitante e ospitato) si possono conoscere prima della visita grazie ad un sito in cui ognuno e’ schedato, in questo modo si possono controllare le referenze e far combaciare gli interessi.Il couchsurfing e’ un turismo sostenibile perché non richiede la costruzione di nuove strutture, limitandosi a sfruttare meglio quelle esistenti. Oltre a non concorrere alla cementificazione, questo modo di viaggiare limita gli sprechi, per fare un esempio banale riduce gli avanzi di cibo, che il ristorante di un albergo getterebbe via e che l’ospitante può consumare (legalmente!) il giorno dopo.
E’ un turismo che per sua stessa natura mette in stretto contatto le persone con gli “indigeni” e che, essendo gratuito e basandosi sul piacere della socialità, permette di incontrare delle persone fuori dalla logica “sorridi, che il cliente ha sempre ragione” tipica di un rapporto commerciale. Ospitare gente in casa propria gratuitamente e’ una cosa un po’ decrescente che non fa salire il PIL.
In Europa e’ molto diffusa la rete del couchsurfing, in America quella di Hospitality club, la più antica rete di ospitalità e’ quella ispirata al pacifismo di Gandhi, da costruire attraverso la conoscenza reciproca: Servas.