S'una fede amorosa, un cor non finto,
un languir dolce, un desiar cortese;
s'oneste voglie in gentil foco accese,
un lungo error in cieco laberinto;
se ne la fronte ogni pensier depinto
od in voci interrotte a pena intese,
or da paura or da vergogna offese;
s'un pallor di viola e d'amor tinto;
s'aver altrui più caro che se stesso;
se sospirare e lagrimar mai sempre,
pascendosi di duol, d'ira e d'affanno;
s'arder da lunge ed agghiacciar da presso
son le cagion c'amando i' mi distempre,
vostr, Donna, 'l peccato, e mio fia 'l danno.
Petrarca, de Rerum Volgarium Fragmenta, canto CCXXIV
Pace non trovo e non ò da far guerra
e temo e spero; ed ardo e son un ghiaccio;
e volo sopra 'l cielo e giaccio in terra;
e nulla stringo, e tutto 'l mondo abbraccio.
Tal m'à in pregion, ce non m'apre nè serra,
mè per suo mi riten mè scioglie il laccio;
e non m'ancide Amore e non mi sferra,
nè mi vuol vivo nè mi trae d'impaccio.
Veggio senza occhi e non ò lingua e grido;
e bramo di perir e cheggio aita,
ed ò in odio me stesso ed amo altrui.
Pascomi di dolor, piangendo rido;
egualmente mi spiace morte e vita;
in questo stato son, Donna, per voi.
Petrarca, de Rerum Volgarium Fragmenta, canto CXXXIV
Onde tolse Amor l'oro..
Onde tolse Amor l'oro e di qual vena
per far due treccie bionde? e 'n quali spine
colse le rose, e 'n qual piaggia le brine
tenere e fresche, e diè lor polso e lena?
Onde le perle in ch' ei frange ed affrena
dolci parole, oneste e pellegrine?
onde tante bellezze e sì divine
di quella fronte, più che 'l ciel serena?
Da quali angeli mosse e di qual spera
quel celeste cantar che mi disface
sì che n' avanza omai da disfar poco?
Di qual sol nacque l' alma luce altera
di que' belli occhi ond' io ò guerra e pace,
che mi cuocono il cor in ghiaccio e 'n foco?
Petrarca, de Rerum Volgarium Fragmenta, canto CCXX
Beh, mi hai fregato e tu scometti
che io l'abbia presa male
ho provato ad esser freddo ma
tu sei così caliente che mi sono sciolto
sono caduto attraverso le crepe
ma ora sto cercando di ritornare indietro
prima che la recente fregatura esca fuori
io darò la mia miglior prova
niente mi fermerà tranne l’intervento divino
so che è il mio turno per vincere o imparare qualcosa
io non esisterò più, non più
non posso aspettare, sono tuo
apri bene la tua mente e osserva come me
libera i tuoi programmi e dannazione tu sarai libero
guarda nel tuo cuore e troverai amore
ascolta la musica del momento, la gente canta e balla
siamo un grande famiglia, è il tuo diritto dimenticato da Dio
essere amato, amore amore
quindi non esiterò più, non più
non posso aspettare, sono sicuro
non c’è bisogno di complicare le cose
abbiamo poco tempo
è il nostro destino, sono tuo
ho passato troppo tempo controllando
la mia lingua allo specchio
e andando su e giù per vedere più chiaramente
il mio respiro appannava il vetro
così ho disegnato un nuovo volto e ho riso
penso che per quello che sto dicendo
non ci sia una ragione migliore
per sbarazzarsi della vanità e
andare solamente avanti nelle stagioni
è quello che cerchiamo di fare
il nostro nome è la nostra virtù
non esiterò più, non più
non posso aspettare, sono sicuro
non c’è bisogno di complicare le cose
abbiamo poco tempo
è il nostro destino, sono tuo
beh no, beh apri bene la tua mente e osserva come me
libera i tuoi programmi e dannazione tu sarai libero
guarda nel tuo cuore e troverai il cielo è tuo
per favore, per favore, per favore
non c’è bisogno di complicare le cose
perché abbiamo poco tempo
è il nostro destino, sono tuo
Sto aspettando un angelo
Che mi porti a casa
Spero che arriverai presto
Perchè non voglio andare da solo
Perchè non voglio andare da solo
Non voglio andare da solo
Allora angelo dimmi che verrai
Angelo ascolta la mia preghiera
Prendi la mia mano e tirami sù
Così che possa volare con te
Così che possa volare con te
Sto aspettando un angelo
E sò che non ci vorrà molto
Per trovare un luogo per riposare
Nelle braccia del mio angelo
Nelle braccia del mio angelo
Quindi sii gentile con uno straniero
Perchè non si può mai sapere
Potrebbe essere un angelo venuto
A bussare alla tua porta
A bussare alla tua porta
Sto aspettando un angelo
E sò che non ci vorrà molto
Per trovare un luogo per riposare
Nelle braccia del mio angelo
Nelle braccia del mio angelo
Sto aspettando un angelo
Che mi porti a casa
Spero che arriverai presto
Perchè non voglio andare da solo
Non voglio andare da solo
Non voglio andare
Non voglio andare da solo
Cosa son disposto a perdere?
Qualche volta, la notte, quest'oscurità, questo silenzio, mi pesano.
E' la pace che mi fa paura. Temo la pace più di ogni altra cosa:
mi sembra che sia soltanto un'apparenza, e che nasconda l'inferno.
Pensa a cosa vedranno i miei figli domani...
Il mondo sarà meraviglioso, dicono. Ma da che punto di vista, se basta uno squillo di telefono ad annunciare la fine di tutto?
Bisognerebbe di vivere fuori dalle passioni, oltre i sentimenti, nell'armonia che c'è nell'opera d'arte riuscita, in quell'ordine incantato.
Dovremmo riuscire ad amarci tanto, da vivere fuori del tempo, distaccati...
distaccati.
(Elogio dell’infanzia, di Peter Handke)
- Song of childhood -
Quando il bambino era bambino,
camminava con le braccia ciondoloni,
voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente
e questa pozzanghera il mare.
Quando il bambino era bambino,
non sapeva di essere un bambino,
per lui tutto aveva un’anima
e tutte le anime erano un tutt’uno.
Quando il bambino era bambino
non aveva opinioni su nulla,
non aveva abitudini,
sedeva spesso con le gambe incrociate,
e di colpo si metteva a correre,
aveva un vortice tra i capelli
e non faceva facce da fotografo.
Quando il bambino era bambino,
era l’epoca di queste domande:
perché io sono io, e perché non sei tu?
perché sono qui, e perché non sono lì?
quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
la vita sotto il sole è forse solo un sogno?
non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
c’è veramente il male e gente veramente cattiva?
come può essere che io, che sono io,
non c’ero prima di diventare,
e che, una volta, io, che sono io,
non sarò più quello che sono?
Quando il bambino era bambino,
si strozzava con gli spinaci, i piselli, il riso al latte,
e con il cavolfiore bollito,
e adesso mangia tutto questo, e non solo per necessità.
Quando il bambino era bambino,
una volta si svegliò in un letto sconosciuto,
e adesso questo gli succede sempre.
Molte persone gli sembravano belle,
e adesso questo gli succede solo in qualche raro caso di fortuna.
Si immaginava chiaramente il Paradiso,
e adesso riesce appena a sospettarlo,
non riusciva a immaginarsi il nulla,
e oggi trema alla sua idea.
Quando il bambino era bambino,
giocava con entusiasmo,
e, adesso, è tutto immerso nella cosa come allora,
soltanto quando questa cosa è il suo lavoro.
Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed è ancora così.
Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano come solo le bacche sanno cadere,
ed è ancora così,
le noci fresche gli raspavano la lingua,
ed è ancora così,
a ogni monte,
sentiva nostalgia per una montagna ancora più alta,
e in ogni città,
sentiva nostalgia per una città ancora più grande,
ed è ancora così,
sulla cima di un albero prendeva le ciliegie tutto euforico,
com’è ancora oggi,
aveva timore davanti a ogni estraneo,
e continua ad averlo,
aspettava la prima neve,
e continua ad aspettarla.
Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l’albero un bastone come fosse una lancia,
che ancora continua a vibrare.